Pages 3-4, Language: ItalianCostanza Micarelli, Tiziano Testori, Loris ProsperEditorialePages 10-19, Language: ItalianMauro LabancaPrima parte Troppo spesso capita di notare quanto, in ambito congressuale o negli articoli, venga posto un primario accento sulla più moderna e raffinata tecnica chirurgica, dando poca o nessuna attenzione agli aspetti anatomici. Ma non si può dimenticare che il risultato finale, a prescindere dalla competenza dell’operatore e dalla tecnica, sarà sempre e solo subordinato alla conoscenza dell’anatomia ed al rispetto della biologia, unici e veri elementi alla base di una guarigione corretta e predicibile. Scopo di questo lavoro è pertanto quello di effettuare una revisione dei riferimenti anatomici ed anestesiologici propedeutici ad ogni intervento chirurgico da effettuarsi nel distretto superiore. L’articolo è suddiviso in due parti: nella prima si affronterà la descrizione dell’anatomia della zona interessata, mentre nella seconda parte si tratterà dell’anestesia e delle tecniche chirurgiche applicabili.
Keywords: Chirurgia, Anatomia del distretto superiore, Anestesia
Pages 22-28, Language: ItalianPaolo Vescovi, Ilaria Giovannacci, Roberto PedrazzoniSi presenta un caso di riabilitazione impianto protesica in un paziente con frattura corono-radicolare completa di incisivo laterale superiore. È stata effettuata estrazione dell’elemento fratturato e contestuale inserimento di impianto e carico immediato con rigenerazione ossea e mucosa supportata da gel di acido ialuronico reticolato ad alto peso molecolare (xHyA) e biomateriali. Il gap osseo è stato colmato combinando l’osso autologo derivante dalla carotazione del sito implantare combinato con particolato di osso bovino deantigenato unito con xHyA. A soli 3 giorni dall’intervento la guarigione tissutale è risultata ottimale, in totale assenza di infiammazione e fastidi post-operatori. A 1 mese dall’intervento oltre alla perfetta guarigione tissutale si è rilevata una ottima modellazione del tunnel gengivale e della parabola. A 4 mesi è stato nalizzato il caso con applicazione della corona in zirconia definitiva su moncone anch’esso in zirconia. L’xHyA riduce il processo infiammatorio conseguente all’intervento chirurgico, stabilizza il coagulo ematico, contiene il dolore e accelera la neoangiogenesi. Oltre a sostenere la guarigione dei tessuti molli e dell’osso, le proprietà batteriostatiche dell’xHyA proteggono anche la ferita migliorando i processi riparativi
Keywords: Gel di acido ialuronico reticolato ad alto peso molecolare (xHyA), Riabilitazione estetica dell’area dentale, Impianti dentali, Rigenerazione ossea, Rigenerazione dei tessuti molli
Pages 34-44, Language: ItalianAntonio Scarano, Mariastella Di Carmine, Ahmad G. A. Khater, Fabio Di Carlo, Sergio Rexhep Tari, Felice Lorusso, Lucia LeoIl sempre più frequente ricorso a riabilitazioni implanto-protesiche si associa ad un’aumentata incidenza delle patologie perimplantari, il cui trattamento risulta complesso per la molteplicità di protocolli esistenti, spesso non standardizzati. La presente review narrativa fornisce gli ultimi concetti sulla clinica e la diagnosi dei disturbi perimplantari, partendo dalle nuove definizioni del World Workshop on the Classification of Periodontal and Peri-implant diseases, focalizzandosi sugli aspetti istologici caratteristici e i fattori di rischio predisponenti. Fornisce, inoltre, gli ultimi concetti e sviluppi sulle strategie di trattamento, cercando di evidenziare, sulla base delle evidenze scientifiche disponibili, la reale efficacia clinica di ciascuna tecnica e l’indicazione al loro uso
Pages 48-58, Language: ItalianGiuseppe Carretta, Gianfranco Roselli, Giuseppe Corrado, Nicola Carretta, Trifone Lorenzo BrunoObiettivi. Valutare l’ausilio di tecniche riabililitative multidisciplinari e di restauri parziali in ceramica integrale (disilicato di litio) per ripristinare estetica e funzione. Le procedure di gestione del work ow pre-protesico percorrono i seguenti punti fondamentali: isolamento, terapia canalare e apicectomia degli elementi dentali interessati, build-up coronale, presa dell’impronta. A questo proposito, tutte le metodiche utilizzate hanno lo scopo di salvaguardare i tessuti in maniera mininvasiva. Case Reporti. Alla nostra attenzione si sottopone un paziente di anni 25 che presenta una lesione cariosa profonda a carico di Q1. Dall’iniziale esame obiettivo e dall’esame radiografico si evince che l’elemento interessato è 1.6. Al paziente viene proposto il seguente piano di trattamento: terapia endodontica retrograda con apicectomia e restauro indiretto in ceramica integrale. Tramite l’ausilio di tecniche riabilitative multidisciplinari e di restauri parziali in ceramica integrale (disilicato di litio) sono state ripristinate estetica e funzione. La vera innovazione parte dalla fase di build-up, che ricopre un ruolo importante ai fini protesici, non solo di realizzazione del manufatto, ma anche della visione a tutto tondo del campo post-operatorio, garantendo una corretta lettura delle superfici e ripristinando le strutture tissutali perse. Conclusioni. Le metodiche operative scelte hanno snellito di gran lunga i tempi operativi, riducendoli a due uniche sedute: preparazione, impronta, progettazione restauro, cementazione. Ciò consente al clinico e al tecnico una migliore gestione delle tempistiche, migliorando la lavorabilità, preservando stabilità funzionale e salvaguardando le caratteristiche estetico-anatomiche.
Keywords: Overlay, Restauro indiretto, Scansione digitale, Preparazioni dentali, Digital work-flow
Pages 64-66, Language: ItalianAgostino GuidaCLINICAL CORNER Il caso clinico riguarda la riabilitazione implanto-protesica della monoedentulia in sede 46 in una paziente non fumatrice, di anni 35, ASA I senza comorbilità note.
Pages 72-79, Language: ItalianStefano Corbella, Sara Meroni, Alice Alberti, Alessandra Moneta, Gabriele Mulas, Maria Vittoria Zaro, Benedetta Morandi, Luca FrancettiENDODONZIAPiù spesso reperibili in denti trattati endodonticamente, le fratture verticali di radice (Vertical Root Fractures, VRF) rappresentano un’entità patologica dalla diagnosi complessa e spesso dunque tardiva, ragione per cui la prognosi del dente coinvolto è sovente infausta. Nei casi di VRF incompleta, tuttavia, diverse strategie sono state proposte nel tentativo di preservare l’elemento. Il case report descrive il trattamento di una VRF incompleta mediante applicazione di Mineral Trioxide Aggregate (MTA), modificando una tecnica precedentemente descritta. I risultati clinici e radiografici a tre mesi supportano la potenziale efficacia di tale approccio terapeutico nei casi di VRF incompleta
Pages 80-86, Language: ItalianGabriele Mulas, Alice Alberti, Stefano Corbella, Sara Meroni, Maria Vittoria Zaro, Alessandra Moneta, Luca FrancettiMolto frequentemente la malattia parodontale interessa l’area interradicolare degli elementi pluriradicolati, andando a delineare dei quadri clinici comunemente noti come difetti delle forcazioni. Diversi sono i fattori che ne rendono di particolare complessità il trattamento, chirurgico e non, tra cui la profondità, la ristrettezza, la difficoltà nella strumentazione, la presenza di concavità, di irregolarità anatomiche e di canali accessori, che costituiscono nicchie di ostinato accumulo batterico. Viene riportato un caso clinico di trattamento chirurgico rigenerativo di un difetto interradicolare, avvalendosi di un derivato della matrice dello smalto.