Pages 8-13, Language: ItalianStefano Petreni, Fabio Carboncini, Luca Sighel, Bernardo Brogi, Luca Antonini, Francesco BusoL’intento di questo articolo e di questa modifica procedurale, è quello di esprimere e confermare, grazie ai concetti fondamentali dell’occlusione e alla conoscenza scientifica appurata ormai negli anni secondo la filosofia e scuola di pensiero del prof. F.V. Celenza, che l’operatore tecnico, avvalendosi di strumenti tecnologici, può mantenere i requisiti corretti nella realizzazione anatomica occlusale. La necessità di sviluppare in maniera digitale al CAD, nella sequenza operativa pratica, la progettazione del tavolato occlusale di ogni singolo elemento posteriore, ci fa capire come sia possibile costruire step-by-step quell’anatomia. Grazie all’applicazione di componenti codificati all’interno di biblioteche occlusali, l’operatore può verificare in maniera statica e dinamica come la morfologia venga man mano realizzata e funzionalizzata in maniera individuale a seconda delle caratteristiche articolari di quel determinato paziente
Pages 18-25, Language: ItalianMario SchiaviLa protesi totale nel paziente edentulo presenta delle limitazioni peculiari che sembrano rendere il suo flusso inadatto a essere trasferito completamente in digitale. Tuttavia, integrando con maestria fasi analogiche e digitali, è possibile beneficiare di tutti i vantaggi del digitale pur mantenendo la qualità e la precisione della lavorazione in analogico.
Keywords: Protesi totale digitale, Scansione prima impronta, Scansione seconda impronta, Scanner intraorale, Odontotecnica digitale, Flusso digitale
Pages 28-35, Language: ItalianAlexander Lichtmannegger, Francisco García TorresNel seguente caso clinico viene descritto il flusso di lavoro per il trattamento minimamente invasivo della dentizione di un giovane paziente. Il restauro consisteva in corone parziali, un ponte a tre elementi e faccette ultrasottili. Tutti i restauri sono stati realizzati in zirconia Prettau® 2 Dispersive® mediante i sistemi CAD/CAM di Zirkonzahn e caratterizzati con ICE Stains 3D by Enrico Steger.
Keywords: Zirconia, Faccette, Prettau® Skin®, Trattamento minimamente invasivo, CAD/CAM
Pages 38-43, Language: ItalianRaluca Elisabeta Gaitan, Christian Kyle Rivera Almeda, Shawn Kevin AranasIl ripristino degli incisivi centrali superiori è una delle sfide estetiche più difficili in odontoiatria. Uno spazio nella regione mascellare anteriore dell’arcata dentale può avere un impatto psicologico negativo sul paziente. I Maryland sono utilizzati in casi di agenesie o avulsioni prima di una riabilitazione protesica definitiva a supporto implantare oppure come soluzione permanente quando ci sono le indicazioni cliniche. I Maryland hanno alcuni vantaggi rispetto alle protesi fisse convenzionali come la rimozione minima della struttura del dente, la riduzione del trauma pulpare, della preparazione, tempi e costi inferiori. L’adesione della struttura del Maryland è effettuata tramite un sistema di cementazione adesiva. La ritenzione del ponte risulta migliorata grazie allo sviluppo di cementi resinosi che si legano chimicamente sia alla superficie del dente che ai materiali protesici.
Keywords: Maryland Bridge, Lega, Ossidazione, Rifinitura, Avulsione traumatica, Modellazione, Lavorazione, Odontoiatria, CAD/CAM, Resina composita
Pages 46-53, Language: ItalianBenjamin VottelerLa varietà degli ossidi di zirconio è in costante crescita. A ciò si aggiunge la sda di dovere soddisfare con un ossido di zirconio numerosi requisiti estetici, funzionali ed economici, per fare un esempio.Nella migliore delle ipotesi è possibile utilizzare lo stesso materiale perogni applicazione. L’articolo presenta il nuovo ossido di zirconio ZolidBion nel caso specifico di una paziente con sei corone nella regioneanteriore (Amann Girrbach, Koblach, Austria), per il quale si raggiunge il massimo risultato estetico con una spesa relativamente minima.
Keywords: Ossido di zirconio, Corona, Dente anteriore, Estetica, Economicità
Pages 54-64, Language: ItalianSergio GuiraoSembra utopico poter avere un risultato ripetitivo e costante anche quando si parla di tecnologia. Chi non ha immaginato e idealizzato che la digitalizzazione avrebbe risolto qualcosa che perseguiamo da anni per ottenere un adattamento passivo nei nostri restauri protesici a supporto implantare? L’affidabilità delle impronte nei nostri restauri totali continua a essere, insieme all’occlusione, uno dei maggiori problemi che affrontiamo quotidianamente, indipendentemente dalla metodologia o dalla tecnica utilizzata, analogica o digitale.