Pages 3-4, Language: ItalianDanilo Alessio Di StefanoEditorialePages 10-21, Language: ItalianDanilo Alessio Di Stefano, Paolo Arosio, Francesco Orlando, Umberto GaragiolaLa riabilitazione implanto-protesica dell’edentulia è una pratica ben consolidata che porta a risultati funzionali ed estetici soddisfacenti anche a lungo termine; esistono tuttavia ancora margini di miglioramento per ridurre ulteriormente il tasso di fallimento implantare e protesico. In questo contesto, i parametri di coppia media (Cm) e Integrale torque/profondità (I), misurati attraverso un particolare micromotore per l’inserimento implantare sono stati validati e caratterizzati, quali, rispettivamente, stimatori oggettivi e informativi della densità ossea del sito implantare e della stabilità primaria dell’impianto.
Keywords: Densità ossea, Stabilità primaria, Torque medio, Integrale torque-profondità, Impianti dentali, Implantologia.
Pages 22-30, Language: ItalianPiero ParisiniObiettivo: questo articolo introduce la “True DVO Finder Technique”, un metodo per identificare la dimensione verticale d’occlusione (DVO) e la relazione centrica (RC) in pazienti che necessitano di riabilitazione dentale, compresi quelli con usura dei denti. Descrizione della metodca: la DVO del paziente e la dimensione verticale di riposo (DVR) vengono acquisiti da uno scanner intraorale. Il dispositivo di tracciamento viene quindi progettato digitalmente sulla base delle scansioni delle arcate del paziente, per adattarlo in modo preciso e saldo alle stesse arcate, secondo passaggi di progettazione digitale standardizzati e replicabili. Dopo averlo posizionato in bocca, il paziente esegue una serie di movimenti autoindotti che consentono di registrarne la RC. La tecnica si basa sulla progettazione e realizzazione di una variante intraorale personalizzata del tracciatore di arco gotico e fondata sui principi dell’equilibrio neuromuscolare del sistema stomatognatico. Il tracciatore personalizzato si adatta facilmente ed è stabile nella bocca del paziente. La procedura consente la registrazione della relazione centrica condilare (RC) e la determinazione della dimensione verticale occlusale (DVO) dei pazienti in condizione di equilibrio neuromuscolare. Conclusioni: la metodica ha il potenziale per fornire misure non forzate, accurate e riproducibili che possono portare al successo della riabilitazione a breve e lungo termine. Questa tecnica migliora la compliance del paziente e tempi e comporta costi ridotti di laboratorio e alla poltrona.
Keywords: Relazione centrica, Odontoiatria digitale, Impronta digitale, Tracciatore ad arco gotico, Scanner intraorale, Tracciato intraorale, Dimensione verticale occlusale, Occlusione.
Pages 36-40, Language: ItalianManuel Tinto, Laura Pini, Martina Longoni, Matteo Frison, Paolo Grassi, Salvatore LongoniScopo dello studio: lo scopo del lavoro era esplorare il numero e la severità delle comorbilità croniche sistemiche, in un gruppo di soggetti parodontopatici; a tale scopo è stata utilizzata la Cumulative Illness Rating Scale (m-CIRS), strumento per misurare il livello di compromissione sistemica. Materiali e metodi: studio cross-sectional. Dopo aver somministrato il questionario anamnestico e compilato la scala m-CIRS, sono stati registrati il numero di comorbilità croniche (CCC) e lo Score Totale (ST). La parodontite è stata stadiata. Il test one-way ANCOVA-Bonferroni e il coefficiente di correlazione di Pearson sono stati utilizzati, controllando per età, sesso e fumo. Risultati: inclusi 280 soggetti. Risultati statisticamente significativi (p < 0,05) sono stati trovati tra gli stadi, per entrambi gli outcomes. Il coefficiente di Pearson suggeriva una forte correlazione positiva tra stage-CC (0,632) e stage-TS (0,745). Conclusioni: la severità delle malattie sistemiche può riflettere la severità della parodontite: maggiore compromissione sistemica negli stadi più avanzati di parodontite.
Keywords: Medicina parodontale, Parodontite, Patologie sistemiche, CIRS score
Pages 44-51, Language: ItalianMarco ForestaliIl trattamento endodontico ha ancora un ruolo essenziale in odontoiatria. Viene spesso coinvolto nella gestione dei traumi dentali e può risolvere le complicazioni endodontiche che possono comparire a distanza dalla restaurativa profonda e dalla protesi su elementi naturali. La terapia endodontica consente di risanare pilastri con precedenti trattamenti incongrui prima di nuove restaurazioni; viene praticata come primo momento terapeutico nella gestione delle lesioni endo-parodontali e concorre alla conservazione dei denti pluriradicolati che richiedono la rizectomia o la rizotomia; permette, nei pazienti in età evolutiva, la conservazione dei denti ad apice immaturo che presentano coinvolgimento pulpare e che non possono essere sottoposti a terapie protesiche sostitutive. Infine l’endodonzia rappresenta a volte una necessità per il mantenimento degli elementi dentali posteriori incrinati.
Keywords: Endodonzia conservativa, Restauri adesivi parziali, Denti incrinati
Pages 58-60, Language: ItalianGregorio Guabello, Francesco Zuffetti, Riccardo ScainiIl rachitismo ipofosforemico XLH dipende da una mutazione del gene codificante la endopeptidasi PHEX (PHosphate regulating gene with homology to Endopeptidases on the X chromosome). Si tratta di un disordine raro ma fra le forme genetiche è il più frequente con una prevalenza di 1:20.000. La XLH determina rachitismo nel bambino e osteomalacia nell’adulto. Nel soggetto adulto le manifestazioni cliniche sono numerose e possono anche essere di pertinenza odontoiatrica. I pazienti affetti da XLH hanno una maggiore probabilità di andare incontro a perdita degli elementi dentari e la percentuale di successo del trattamento implanto-protesico in pazienti non trattati è inferiore se paragonati a soggetti sani.
Pages 61-69, Language: ItalianSergio Bortolini, Andrea Berzaghi, Alessandro Bianchi, Manuel Nanni, Tiziano Testori, Ugo ConsoloLa sostituzione del primo e del secondo molare è indicata in tutte le classicazioni degli edentulismi precoci o tardivi come strategia preventiva delle complicanze biologiche di medio e lungo termine. L’implantoprotesi in sede molare con impianti di largo diametro rappresenta una soluzione moderna che offre importanti vantaggi in termini biologici, biomeccanici e protesici. La tecnica implantoprotesica deve rispondere a precisi criteri di scelta che consentono di definire efficaci linee guida cliniche.
Pages 70-76, Language: ItalianAlessandro Luigi Rossi, Luigi Tagliatesta, Federico Pappalardo, Federico Guerri, Matteo ArcariIntroduzione: le tecniche rigenerative a disposizione del chirurgo orale al fine di una riabilitazione implanto-protesica, in caso di atrofia mandibolare, sono molteplici. Tra le alternative, la lateralizzazione del nervo alveolare inferiore (LIAN) permette l’inserimento di impianti osteointegrati di dimensioni standard nei casi in cui questo risultasse impossibile senza ledere il fascio vascolo-nervoso alveolare inferiore. Case report: viene descritto l’intervento di lateralizzazione del nervo alveolare inferiore sinistro di una paziente di 38 anni, allo scopo di riabilitare attraverso l’inserzione di impianti osseo-integrati di dimensioni standard la sella edentula atrofica distale all’elemento 34. Discussione: la LIAN non è tutt’oggi considerata una tecnica sicura, per via dei numerosi rischi di carattere neurologico associati alla sua esecuzione. Per questo motivo è raramente utilizzata per il trattamento dell’atrofia mandibolare a fini implanto-protesici. Dall’analisi della letteratura e dai risultati di questo studio, emergono percentuali di successo e di sopravvivenza delle riabilitazioni implanto-protesiche contestuali all’esecuzione di questa tecnica elevate. Le sequele neurologiche correlate sono invece esigue. Conclusioni: nei casi specifici in cui la LIAN risulti essere una soluzione chirurgica valida, questa tecnica permette la riduzione dei tempi di trattamento e il posizionamento implantare protesicamente guidato interamente in osso basale. L’uso di strumenti piezoelettrici associato ad un’imprescindibile scrupolosa progettazione, può ridurre significativamente le sequele neurologiche.
Pages 82-84, Language: ItalianPietro LazzariClinical CornerUna complicanza che si verifica comunemente in seguito all’estrazione di un elemento dentale è il riassorbimento dell’osso vestibolare unitamente al rischio di compromettere il risultato estetico della riabilitazione implanto-protesica. La Socket Shield Technique (SST), si propone di mantenere in situ uno “scudo” radicolare al fine di preservare il complesso apparato parodontale con il suo sistema vascolare riducendo, così, il riassorbimento osseo.